
Essere padri implica da sempre aperture mentali e visioni prospettiche nelle quali generare i propri figli, rendendoli abili nella fiducia. Oggi, un padre è sempre più messo di fronte al tempo attuale, che fondamentalmente è fatto di ricordi, cioè scandito da scatti e video su smartphone che chissá se mai si avrà modo di rividere. Un tempo in cui si fabbrica continuamente memoria virtuale e digitale per conservare quante più foto possibili, ma in cui esso stesso si perde e annulla non ritrovandosi, non riuscendo a fissarsi in modelli credibili e autentici. Giá! L’autenticità fa le sue comparse in facce curiose ma distratte parecchio e poco pazienti; quella a cui si è detto “addio” in coro e senza rimpianto. L’autenticità inseguita è mai raggiunta per il pregiudizio e la paura degli specchi, dei riflessi e delle impressioni. Essere padri ed essere figli in un tempo troppo poco attento è un traguardo da attraversare piano e sempre più lentamente, mentre le mode fanno il loro corso e s’impara a mettere radici, a rimanere sè stessi: figli con tanti ricordi a disposizione. E poi (forse) anche padri.


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