
Viene presentato oggi, martedì 27 giugno, presso la chiesetta dell’Immacolata Concezione a Villarosa (EN), “La sposa e la dera”, una raccolta di cinquanta poesie scritta alla comunità, sposa sempre presente accanto ai testimoni, ai martiri di oggi, ovvero a chi rimane, senza scappare, con i propri piedi e il proprio cuore.
Un omaggio che, rileggendo con l’immaginazione, il cammino dei tre martiri del 380 d.C. circa, Cirino, Alfio e Filadelfio, recupera il segno del fuoco, chiamato “dera”, che vuol dire fiaccola, piccolo falò e che tutt’oggi si accende durante le serate precedenti la prima domenica di maggio, nel piccolo paesino di Sant’Alfio, alle pendici dell’Etna. E con il fuoco si recupera la bellezza consegnata alla creazione nel suo primo giorno: la luce; perché è nella luce che si vede la vita e quanto ad essa dispone nella continua catena di opere grandiose che stringono l’anima e il cuore dell’Eterno e dell’umano, del terreno e dell’effimero. È agli occhi che vedono mirabilia Dei, le meraviglie di Dio che tutto il corpo deve dignità, onore e venerazione. “La luce del corpo è l’occhio”: l’occhio che illustra, che spinge lo sguardo oltre il limite e incontra il definitivo prima del tempo e oltre ogni spazio.
La comunità, il vivere condividendo rende possibile l’icona, la presenza reale che gli occhi anticipano e le orecchie accompagnano, attraverso l’ascolto. In essa la narrazione diventa vangelo e l’attenzione amorevole dell’altro un baluardo al disumanesimo imperante, che finge coraggio e, in realtà, trema per l’orrore del proprio spegnersi a causa dell’invidia.
Quei tre martiri, come piccole luci, in verità, brillano nella vera notte, quella della paura della morte: seppur condannati e in balia di guardie e cavalli, prima dell’esecuzione, ai piedi della grande montagna, pregano alzando i propri occhi al cielo: «da dove mi verrà l’aiuto? Il mio aiuto viene dal Signore che ha fatto il cielo e la terra». Mai hanno smesso di pregare; hanno chiuso per sempre la bocca, ma il suono delle loro parole riverbera nella preghiera della comunità, ancora oggi e da oggi, fino all’eternità.
Alba
Rimani, anima viva,
ferma il tuo tempo,
respira il tuo desiderio e commuovi gli occhi.
L’eternità si distenda come lenzuolo fresco
profumi ogni angolo, ogni sogno,
ogni silenzio in quest’alba pasquale.



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